Saluto dell'Avv. Stefano BorsacchiSono veramente lieto di inaugurare i lavori di questo convegno portandoVi i saluti ed il benvenuto del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Pisa e dell’intero ordine forense pisano.
Il patrocinio che ci è stato richiesto per la manifestazione, che con immediata soddisfazione abbiamo cercato di dare, si connota per l’occasione di alcune specifiche motivazioni che desidero brevemente ricordare.
La prima, la più significativa ed importante, che si colloca su un piano diverso dalle altre, è quella che il convegno sia dedicato alla memoria di Mario Jaccheri, un collega che è ancora nei nostri cuori, un avvocato, come ebbi a ricordare nella commemorazione in Tribunale, che ancora saldava le generazioni e le tradizioni più risalenti del nostro foro con i nostri giorni, attento a tutte le novità, pieno di iniziative appassionate; una tra tutte - lo ha ricordato Cecchella - quella di organizzare periodicamente incontri dedicati proprio alla materia del diritto di famiglia, che tanto lo appassionava e lo impegnava professionalmente.
I valori della testimonianza, il significato della memoria e del ricordo sono ancora – e senza retorica – dei beni primari per noi, per il momento non degradati a prodotto da banco da metabolizzare in contesti commerciali che, chissà come mai, dovrebbero modernizzare e rendere migliore questa professione, garantendo addirittura la competitività del sistema paese.
L’altra motivazione si lega all’importante momento formativo e di aggiornamento professionale rappresentato da questa occasione e che vede la concorrenza di più anime, da quella associativa della Sezione Pisana dell’Osservatorio del Diritto di Famiglia, associazione il cui Presidente nazionale, Avv. Dosi, sono lieto di incontrare ancora una volta e salutare, a quella accademica e professionale rappresentata da Francesco Luiso, Claudio Cecchella, Mauro Paladini, verso i quali il debito di riconoscenza, per una disponibilità in servizio permanente effettivo, non si colma mai, a quella infine costituita dall’intervento di una rappresentanza autorevole, e non solo per il grado e la funzione, della magistratura del nostro distretto e di quella della Corte di Appello di Milano, ed ai Presidenti e Magistrati qui tutti intervenuti rivolgo un particolare saluto ed un sincero ringraziamento.
Le tre anime che ho ricordato sono garanzia anche per il metodo e l’approccio ai temi oggetto dell’approfondimento odierno e che sono ben sintetizzati nei titoli delle diverse relazioni e soprattutto nelle questioni all’attenzione della tavola rotonda pomeridiana. E che il taglio del convegno sia stato particolarmente indovinato e che l’aspettativa sia corrispondentemente alta sta a dimostrarlo il successo delle adesioni che già da alcuni giorni hanno imposto il cambiamento della sede ed il blocco delle iscrizioni. Ecco quindi – a costo di ripetermi – l’ulteriore e pregnante profilo che non poteva non vedere l’Ordine in prima fila, un Ordine che della formazione per l’accesso e dell’aggiornamento professionale permanente ha fatto – insieme al controllo deontologico – il proprio obiettivo primario ed in questo contesto va ricordato e sottolineata anche la presenza, e così siamo quasi ad una summa della nostra sapienza pisana, dei giovani della Scuola di Specializzazione Legale e di quella della Scuola di Formazione Forense. Il convegno odierno si inserisce alla perfezione in quel percorso di incontri che abbiamo tenuto dall’inizio di quest’anno e che sono stati dedicati a tutte le novità, con le quali - nei più svariati campi del diritto sostanziale e processuale - siamo stati chiamati a confrontarci ed anche sui temi dell’incontro di oggi abbiamo già avuto momenti di approfondimento e di confronto che potranno offrire ora - dopo sia pure pochi mesi di sperimentazione delle nuove tutele - orizzonti nuovi e soluzioni tendenzialmente più solide. Solidità invero precaria se, come si leggeva ieri su uno dei nostri quotidiani tecnici di riferimento, sotto il titolo “L’affidamento congiunto è nel caos” al Ministero di Giustizia è già insediata una commissione che - presieduta dal sottosegretario Daniela Melchiorre - si occupa della riforma della Giustizia Minorile con l’obiettivo di arrivare alla creazione di un Tribunale Unico della Persona e della Famiglia, attraverso un disegno di legge che conduca già ad una rivisitazione della recente novella sull’affidamento condiviso.
La ripresa delle attività, dopo la pausa feriale, trova un’avvocatura che definire inquieta credo sia veramente eufemistico.
Non è questa la sede per lasciarsi andare a digressioni che potrebbero risultare fuori tema e di dubbio gusto, certo è che proprio un prodotto professionale giudiziario quale quello che, nella materia delicata dei rapporti interpersonali e della famiglia, tutti noi operatori del settore ed in primis giudici ed avvocati siamo chiamati a confezionare per quelli che un lessico imperante degrada da persone a consumatori ed utenti, credo debba segnare e marcare la lontananza e l’estraneità del nostro essere avvocati, lontananza ed estraneità da un legislatore che - con un provvedimento estivo e balneare, frutto certo di una silenziosa gestazione e di un parto notturno, con un contenuto rispetto al quale le leges saturae dei Romani impallidiscono - vorrebbe annegare nelle acque non sempre limpide del mercato i principi e valori codificati della nostra deontologia, che non sono di ostacolo alla modernizzazione della professione ed alla competitività del paese, ma che sono al contrario diretto riflesso del valore costituzionale dell’insopprimibile diritto di difesa, che per essere tale deve connotarsi di autonomia, indipendenza e libertà quella vera.
Vi ringrazio e Vi auguro a tutti Voi una proficua giornata di lavoro.
|